Riceviamo e volentieri pubblichiamo già qui, ancor prima che nel prossimo numero della rivista, in uscita a maggio:… [ Va' avanti ]
Categoria: Commenti
Umano vs automatico (?)
Ancora su John Florio e Shakespeare
A proposito dell’articolo di Enrico Terrinoni pubblicato sul n. 7 di «tradurre», ci ha scritto Lamberto Tassinari, giustamente citato riguardo alla questione Florio-Shakespeare. Tassinari sottolinea che, quando Terrinoni scrive: «Approcci meno audaci si limitano a ipotizzare la sua mano diretta [di Florio] etc.etc», non osa poi avventurarsi nemmeno un millimetro sul terreno della Shakespeare Authorship Question. Non è tanto questione di audacia, a suo parere, quanto di verità, ossia di filologia e di storia.
Enrico Terrinoni risponde che la missione del suo intervento non era entrare nel merito della questione Florio-Shakespeare, ma introdurre la figura di Florio, e nello specifico le sue riflessioni traduttologiche; per questo si è limitato ad accennare, dandone conto anche in bibliografia, alla teoria della possibile attribuzione a Florio delle opere di Shakespeare.… [ Va' avanti ]
Per approfondire su John Florio e Shakespeare
Dopo la pubblicazione dell’articolo di Enrico Terrinoni su John Florio, ci sono giunte due segnalazioni interessanti. Florio visse per diversi anni con il padre Michel Agnolo a Soglio (Svizzera). Lo ricordano un sito (http://florio-soglio.ch/it/) e una pagina Facebook dedicata. Per approfondire il legame stretto tra John Florio e William Shakespeare, potete visitare un altro interessante sito (http://www.shakespeareandflorio.net). Come dice Terrinoni stesso, il legame tra Florio e Shakespeare in termini di influenze intertestuali deve esser stato abbastanza stretto.
Ringraziamo Patrick Giovanoli e Corrado Panzieri per averci scritto.… [ Va' avanti ]
Intervista a Gianni Turchetta, traduttore di “Lo strappacuore” di Boris Vian
Claudia Mulas, che ringraziamo, ci ha inviato un’intervista a Gianni Turchetta a proposito della sua traduzione di “Lo strappacuore” di Boris Vian (Marcos y Marcos, 2009). Gianni Turchetta (Salerno, 1958) insegna alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università statale di Milano. Ha curato l’edizione dei “Canti Orfici” di Dino Campana (Marcos y Marcos, 1989); ha pubblicato la monografia “Gabriele d’Annunzio” (Morano, 1990) e il saggio “Il punto di vista” (Laterza, 1999). Ha inoltre curato edizioni di d’Annunzio, Svevo, Pirandello, Consolo.
Intervista a Gianni Turchetta
di Claudia Mulas (con nota finale di Claudia Mulas)
C. M.: Professor Turchetta, come ha accolto la proposta della casa editrice Marcos y Marcos di presentare una nuova versione italiana di L’arrache-cœur di Boris Vian?… [ Va' avanti ]
Altre risorse per tradurre dall’inglese
Giungono i primi commenti al numero 6 di «tradurre». Il blog Terminologia etc., che ringraziamo, ci ha suggerito altre risorse utili per tradurre dall’inglese. Abbiamo quindi pensato di aggiungere il link in fondo al repertorio curato da Norman Gobetti.
http://rivistatradurre.it/2014/04/scartabellando-e-navigando/
Se anche voi avete altre proposte che si possono integrare al repertorio, scriveteci al nostro indirizzo commenti@rivistatradurre.it.… [ Va' avanti ]
Commento al convegno sulle lingue di “minore diffusione” (Padova, 16-17/1/14)
Ringraziamo Marco Prandoni per questo commento.
Editoria e traduzione: focus sulle lingue di “minore diffusione” (Padova, 16-17 gennaio 2014)
di Marco Prandoni
Il titolo un po’ neutro e la formula politically correct escogitata per quelle lingue e culture oggi di modesta diffusione su scala europea e tanto più globale, ma in passato a volte con rilievo ben maggiore – l’ungherese nella Mitteleuropa asburgica, ovviamente il greco –, non faceva sospettare la passione che celava e l’entusiasmo che avrebbe suscitato, con un folto e variegato pubblico assiepato in un’aula di Palazzo Maldura a Padova.
La formula delle organizzatrici Cinzia Franchi (ricercatrice di lingua e letteratura ungherese all’Università di Padova) e Alexandra Foresto (docente di lingua ungherese all’Università di Udine e traduttrice) prevedeva infatti un tavolo plurale a cui sedessero professionisti ed esperti della traduzione, in tutte le sue sfaccettature – dagli aspetti teorici al momento pratico.… [ Va' avanti ]
Hans Grimm e la traduzione fantasma
Esistono traduzioni fantasma? Giovanni De Martis (che ringraziamo) ci ha segnalato un caso curioso, partendo dall’articolo di Elisa Leonzio “Anche il tedesco ha il suo postcoloniale“, apparso sul numero 1 della nostra rivista. L’opera di Hans Grimm Volk ohne Raum non risulta tradotta.
Nel libro di Guido Bonsaver Censorship and literature in fascist Italy (Toronto, University of Toronto Press 2007) si legge invece (pag. 235) che la traduzione di Grimm venne approvata dal traduttore Alberto Spaini, che lavorava al Ministero della Cultura popolare come lettore e all’Einaudi come traduttore. In un altro passaggio (pag. 204) Bonsaver scrive: “[…] on 20 April 1942, while giving instructions to Alicata on how to present the translation of Hans Grimm’s Volk ohne Raum (1926), Giulio Einaudi listed a number of cuts that had been made – negative references to Italy and to German politics – in order to make the text acceptable to the censors.… [ Va' avanti ]
Commento su Edith Grossman (parte 2/2)
Ed ecco che ci avviciniamo alla prima smentita: “translating is writing”, dice Edith Grossman. Durante convegni e seminari sulla traduzione si parla spesso di scrittura, ma di solito ci si limita a ripetere che per tradurre bene bisogna “saper scrivere bene” e fin qua non vedo problemi, se non forse quello di stabilire con esattezza che cosa s’intenda con “scrivere bene”. Scrivere in modo corretto? Scrivere in modo elegante? Scrivere con facilità? Un po’ di tutte e tre?
Commento su Edith Grossman (parte 1/2)
Ringraziamo Natalia De Martino e pubblichiamo (in due parti) il suo commento all’incontro con Edith Grossman che si è tenuto a Norwich lo scorso 24 maggio.
Edith Grossman: Why Translation Matters
Conferme e smentite tra teoria e pratica
di Natalia De Martino
Che nel mondo della traduzione vi sia un vero e proprio baratro tra la teoria e la pratica è un fatto ormai evidente, come hanno dimostrato Chesterman e Wagner (2001). Forse a volte dimentichiamo che i traduttori professionisti che vengono invitati a parlare in pubblico del proprio mestiere tendono, comprensibilmente, a esprimere consigli, opinioni o esperienze personali che però rappresentano un solo punto di vista sulla traduzione. Proprio perché si tratta di professionisti di successo, siamo portati ad accettare acriticamente le loro parole, come se descrivessero norme rigide e incontrovertibili, senza preoccuparci di contestualizzarle o per lo meno di sapere quale sia il rovescio della medaglia.… [ Va' avanti ]