Su Nazione Indiana è apparso un lungo estratto di un bell’articolo di Francesca Spinelli, tratto dal volume Il confine liquido. Rapporti letterari e interculturali fra Italia e Albania, a cura di Daniele Comberiati e Emma Bond (Besa, 2013). Vi si affronta un tema spinoso ma di grande interesse. Ancora oggi, alcuni scrittori non sono tradotti direttamente dalla lingua originale, ma da un’altra lingua di maggiore diffusione. È il caso dello scrittore albanese Ismail Kadare: in diversi Paesi (fra cui l’Italia) molte sue opere non derivano dalla versione albanese, ma sono traduzioni della traduzione francese. Dice Spinelli (e siamo d’accordo con lei): “[…] le doppie traduzioni sono difficilmente difendibili. Fanno un torto ai lettori, spesso ignari del doppio passaggio, e sono estremamente frustranti per i traduttori, confrontati non solo al rischio di fraintendere il testo, rischio insito nell’atto stesso di tradurre, ma anche al timore di perpetuare un errore del primo traduttore”.… [ Va' avanti ]
Categoria: In libreria
Cosa succede alla poesia
Sul sito di Nuovi Argomenti, due interventi per gli amanti della poesia. Elisa Baglioni ha intervistato Evgenij Solonovich, ambasciatore della poesia italiana in Russia, dai classici a Belli a Zanzotto.
Luca Alvino, dal canto suo, commenta tre poesie di Emily Dickinson tradotte dalla sensibilità poetica di Silvia Bre, contenute nella raccolta Uno zero più ampio (Einaudi, 2013). Dice la stessa Silvia Bre:
“Ho tradotto altre cento poesie di Emily Dickinson, mosse istantanee di un pensiero che in pochi balzi, poche sillabe, trascina fuori da tutto. Il tentativo di essere fedele alle sue parole è diventato ancora una volta una suprema lezione di poesia. Mi sembra di aver lavorato in uno stato di sovvertimento generale, a contatto con le forze telluriche che si liberano dai suoi versi, avendo rinunciato a qualsiasi criterio precostituito per adeguarmi di volta in volta alle misure sempre diverse, sempre eversive, della sua intonazione.… [ Va' avanti ]
Leggere e rileggere (in nuova traduzione)
Come proposito per il nuovo anno, condividiamo con voi questo pensiero di Mario Baudino, apparso su La Stampa del 31/12/13.
“Un esempio? I molti che hanno amato di ardente passione Lo scrittore fantasma di Philip Roth per averlo letto nell’edizione Bompiani del 1980 hanno avuto sulla nuova edizione Einaudi, dal 2002 in poi, momenti difficili. «Io tornisco le frasi: ecco in che cosa consiste la mia vita» diceva Lonoff, il grande scrittore fantasma, al giovane Zuckermann nella prima traduzione di Pier Francesco Paolini. «Io prendo le frasi e le giro. Questa è la mia vita» prese a dire sotto le insegne dello Struzzo nella versione di Vincenzo Mantovani: che magari è più corretta, ma quel lavoro al tornio è stato un’epifania indimenticabile, e per chi leggeva allora, irrinunciabile.… [ Va' avanti ]
Michele Mari e la sua “Isola del tesoro”
Siamo lieti di segnalare la bella intervista di Eloisa Morra a Michele Mari, a proposito della sua traduzione di un capolavoro amato da generazioni di lettori, L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson (BUR Ragazzi, 2012). Da non perdere la risposta di Mari sugli strumenti di lavoro da lui consultati, che si spingono fino al 1889 (così si dovrebbe fare). Proprio quest’intervista, apparsa in forma integrale sul blog dell’Indice dei libri del mese, inaugura una nuova rubrica dal titolo “L’isola delle voci”, che si preannuncia molto interessante.… [ Va' avanti ]
Lavoro dimenticato? Non sempre, per fortuna
Sul blog La nuvola del lavoro del Corriere della sera (8/1/14), Giulia Cimpanelli dedica un po’ di spazio alla situazione retributiva e previdenziale dei traduttori editoriali. L’eccesso di sintesi ha provocato qualche imprecisione (e ce ne dispiace), comunque rilevata nei commenti.
Il post si intitola “Il lavoro dimenticato dei traduttori editoriali”. Per fortuna, giusto il giorno prima, Paolo Di Stefano, sempre sul Corriere, ri-elogia la “musica nuova” delle nuove traduzioni. In particolare, Di Stefano segnala quelle di Mario Materassi (Luce d’agosto e Mentre morivo di William Faulkner, Adelphi) e, ça va sans dire, La montagna magica (ex incantata, Thomas Mann, nei Meridiani Mondadori) di Renata Colorni.
Due facce dello stesso lavoro: una nascosta, l’altra visibile.… [ Va' avanti ]
All’ombra del sicomoro, cioè sotto un platano
Il mondo della botanica nasconde insidie per i traduttori. Come ci suggerisce Licia Corbolante su Terminologia etc., sulla copertina dell’ultimo romanzo di John Grisham, L’ombra del sicomoro (tradotto da Nicoletta Lamberti e Gaetano Luigi Staffilano), compare incontestabilmente una foglia… di platano. Come mai? In America settentrionale sycamore indica il Platanus occidentalis (per una volta è chiaro anche il nome scientifico!). Il nostro sicomoro (Ficus sycomorus) è invece l’albero ben noto ai lettori dei Vangeli, come dice Luca (19, 2-4): “Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura.… [ Va' avanti ]
Premio per la Traduzione Poetica (entro 15/04/14)
Al posto di una tradizionale poesia natalizia, vi segnaliamo il bando di un premio riservato ai traduttori di poesia. Il LILEC (Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne) e il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna, insieme allla Fondazione Universitaria San Pellegrino di Misano Adriatico bandiscono la seconda edizione del Premio per la Traduzione Poetica. Il premio è riservato a versioni eseguite da lingue moderne verso l’italiano, per traduzioni edite (anni 2012 e 2013), con una sezione inedita riservata agli studenti universitari (massimo 30 versi). La scadenza è fissata per il 15 aprile 2014. Tutte le informazioni sono sul sito del Centro di poesia contemporanea di Bologna.
Approfittiamo per augurare un felice Natale ai nostri lettori.… [ Va' avanti ]
Un “Furore” tutto nuovo
Digitando “furore steinbeck” su Google, il motore di ricerca mette fra i suggerimenti “furore steinbeck nuova traduzione”. Finalmente, come ben sanno i nostri lettori (qui l’articolo di Anna Tagliavini apparso sul numero 2 di «tradurre»), si è posto rimedio a una grave mancanza dei cataloghi editoriali italiani. La nuova edizione integrale del capolavoro di John Steinbeck è proposta dall’editore Bompiani nella collana Grandi Tascabili. La traduzione è di Sergio Claudio Perroni e si avvale di una introduzione di Luigi Sampietro. Il buon (si fa per dire) Carlo Coardi potrà godersi la pensione (dopo più di 70 anni!).… [ Va' avanti ]
La traduzione teatrale e i suoi volti, sulla rivista Stratagemmi
Se vi è piaciuto il nostro numero speciale sulla traduzione teatrale, potete trovare altri spunti di riflessione sul n. 27 della rivista Stratagemmi, nella parte intitolata “La traduzione teatrale e i suoi volti”. Chi sono gli attori in “scena” per far conoscere un nuovo autore? Gli interventi coinvolgono varie figure: chi i testi li ‘scova’, chi li traduce, chi sceglie di allestirli e chi lavora alla messa in scena e, non da ultimo, chi si dedica alla formazione dei futuri traduttori. Fra i vari contributi, segnaliamo un’intervista di Maddalena Giovannelli a Ferdinando Bruni, Teatro dell’Elfo di Milano.… [ Va' avanti ]
C’è sempre spazio per ritradurre i classici (ma non nella mia libreria)
Non solo in Italia ferve il dibattito sulle nuove versioni dei classici. Segnaliamo un articolo (in inglese) di Dennis Abrams apparso su Publishing Perspectives. C’è davvero bisogno di ritradurre così tanto? Forse un commentatore dice la cosa giusta: “I don’t think the problem is that we have too many translations in English, rather that we keep translating the same classics over and over again instead of translating less known classics and/or more contemporary works from less explored countries”. Il problema non sono certo le troppe traduzioni, ma le continue traduzioni degli stessi classici invece di allargare il campo a libri meno noti o provenienti da letterature meno frequentate.… [ Va' avanti ]