Ringraziamo Cecilia Benaglia per questa segnalazione.
Al cinema “Les 3 Luxembourg” di Parigi si è chiusa da pochi giorni una retrospettiva sulla regista franco-israeliana Nurith Aviv. Fra i diversi documentari proposti segnaliamo Traduire (2011), ultima parte di una trilogia dedicata alla lingua ebraica, al multilinguismo e alla traduzione.
Attraverso dieci interviste con traduttori dall’ebraico (antico e moderno) provenienti da tutto il mondo, ci si immerge in una Babele di volta in volta incarnata in una traiettoria individuale. L’incontro con l’ebraico, lingua di cui vengono messe in luce le valenze storiche e religiose, diventa l’occasione per interrogare la dimensione politica e esistenziale della pratica del tradurre, che si presenta come una lotta, una privazione, una violenza fatta alla lingua d’arrivo, o, all’opposto ma spesso indissolubilmente, come una possibilità di sperimentazione e scoperta.
Incentrato attorno alla metafora della finestra, fonte di luce e al tempo stesso frontiera fra il mondo esterno e il laboratorio dei traduttori, Traduire è un omaggio all’attività di questi attori centrali del panorama culturale mondiale, che illumina con intelligenza e profondità.
Un cofanetto che raccoglie la trilogia di cui il documentario fa parte (insieme a D’une langue à l’autre e Langue sacrée, langue parlée) è acquistabile su Internet.