Riceviamo e volentieri pubblichiamo già qui, ancor prima che nel prossimo numero della rivista, in uscita a maggio:
Alla dott.ssa Marina Cassi c/o Redazione della rivista «tradurre. pratiche teorie strumenti»
e, per conoscenza,
Al Magnifico Rettore dell’Università di Torino, Prof. Gianmaria Ajani;
Alla Prorettrice dell’Università di Torino, Prof.ssa Elisabetta Barberis;
Al Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Prof. Donato Pirovano;
Alla Vice-direttrice alla didattica del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, Prof.ssa Paola Cifarelli;
Alla Presidentessa del Corso di Studi magistrale in Culture Moderne Comparate dell’Università di Torino, Prof.ssa Piera Tordella
e, per conoscenza e opportuna valutazione,
Alla Responsabile dell’Area Avvocatura e Servizi Legali dell’Università di Torino, Dott.ssa Beatrice Sciolla;
Alla Consigliera di fiducia di Ateneo (CUG), Avv.a Elena Bigotti
Oggetto: Richiesta di rettifica delle informazioni non corrispondenti al vero contenute in un articolo pubblicato dalla rivista «tradurre. pratiche teorie strumenti»
Gentile Direttrice,
Le scrivo a proposito dell’articolo Gli allievi / Miseria e splendori dei corsi di Lingua e traduzione inglese dell’Università di Torino, di Mattia Venturi, pubblcato nel numero curato da Giulia Baselica, Aurelia Martelli e Paola Mazzarelli (n. 15, autunno 2018, pubblicazione online all’indirizzo https://rivistatradurre.it/) della rivista «tradurre», di cui Lei è Direttrice Responsabile.
Il primo corso a cui l’articolo fa riferimento è inequivocabilmente riconoscibile come l’insegnamento di Lingua e traduzione inglese da me tenuto per I corsi di laurea magistrale del Dipartimento di Studi Umanistici, Università di Torino, nell’anno accademico 2016/2017. In considerazione dell’immagine negativa che viene offerta di un corso presente nell’offerta didattica del citato Ateneo, Le scrivo mettendo in copia il Rettore dell’Università di Torino, Prof. Gianmaria Ajani, la Prorettrice alla Didattica, Prof.ssa Elisabetta Barberis, il Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Prof. Donato Pirovano, la Vice-Direttrice alla Didattica del Dipartimento di Studi Umanistici, Prof.ssa Paola Cifarelli, e la Presidentessa del Corso di Laurea magistrale in Culture Moderne Comparate all’interno del quale il corso in questione è incardinato, Prof.ssa Piera Tordella. Invio inoltre in copia, per conoscenza e opportuna valutazione, anche alla Responsabile dell’Area e Avvocatura e Servizi Legali dell’Università di Torino, Dott.ssa Beatrice Sciolla, e alla Consigliera di fiducia di Ateneo (CUG), Avv. Elena Bigotti.
Non è intenzione di questa mia comunicazione entrare nel merito del giudizio espresso dall’autore. È buona norma, tuttavia, anzi, esigenza imprenscindibile, e senz’altro desiderio della rivista che dirige, offrire ai lettori fatti corretti e verificati. Purtroppo l’articolo in questione contiene una quantità impressionante di informazioni false e distorte rispetto allo svolgimento del corso e alle modalità di esame, e Le chiedo dunque di dare spazio sulla rivista, nella adeguata forma e con la adeguata visibilità, alla rettifica dettagliata di un resoconto che lede, basandosi su elementi palesemente distorti, l’immagine della didattica offerta dall’Ateneo di Torino. Non è sufficiente, come fa l’autore dell’articolo, dichiarare il carattere soggettivo del resoconto («quella che segue è la trascrizione dei fatti per come li ho vissuti») per essere autorizzati a distorcere la realtà di tali fatti. Si tratta di dati oggettivi facilmente verificabili attraverso il materiale didattico. I testi delle prove effettuate, i questionari di valutazione del corso e delle prove d’esame, e le testimonianze degli altri studenti presenti in aula. Fornisco qui solo due esempi della lunga lista di affermazioni, contenute nell’articolo, non corrispondenti alla realtà dei fatti:
«È stato un duro lavoro – una vita dura – ma siamo arrivati alla fine del racconto e anche delle lezioni. Rispetto al programma bisogna segnalare che non abbiamo affrontato generi diversi, nemmeno racconti diversi.»
Come preannunciato dal programma disponibile in rete, si sono affrontate in classe, esattamente l’analisi e la trattazione di «corpus di testi appartenenti a generi diversi (letterario, giornalistico, nuovi media)». Il corso ha affrontato l’analisi e la traduzione di un racconto, Eveline (James Joyce, Dubliners), l’analisi di tre traduzioni pubblicate del racconto (Franca Cancogni, 1949; Margherita Ghirardi Minoja, 1961; Attilio Brilli, 1974), e l’analisi e la traduzione di tre brevi narrazioni in prima persona, pubblicate nella sezione online di «The Guardian» intitolata Immigrants in their own words: 100 stories. Tutto il lavoro svolto in aula è riportato nei materiali didattici caricati sul sito del corso durante lo svolgimento delle lezioni e tuttora in linea.
«La prova consiste nella traduzione di due cartelle di un testo appartenente a uno dei generi affrontati in classe […] Due ore di tempo. […] Noto con disappunto che non è stato inserito tutto il racconto ma solo le due cartelle che dobbiamo tradurre.»
Le ore a disposizione per la prova scritta non sono due ma tre. Nel caso in questione, l’autore dell’articolo ha svolto l’esame il giorno 11 aprile 2017, dalle ore 10 alle ore 13. L’estratto proposto per la prova scritta di traduzione del corso non supera mai le 25 righe: non equivalenti, come ovvio, a «due cartelle» di testo. Il testo della prova di traduzione descritta dall’autore constava complessivamente delle prime 21 righe (348 parole) del racconto.
Come detto, si tratta solo di due esempi della presenza costante, nel testo, di fatti oggettivi non corrispondenti al vero, in merito al corso descritto, e si richiede che si proceda alla rettifica di tutti i fatti falsi riportati nell’articolo.
La ringrazio per l’attenzione, e confido nella Sua volontà di acconsentire alla richiesta, in maniera da riprare in questo modo al danno arrecato all’immagine e alla reputazione della didattica offerta dall’Università di Torino, senza che sia necessario procedere alle ulteriori azioni previste nei casi, comq questi, di pubblicazione, con risvolti lesivi, di fatti non corrispondenti a verità.
In attesa di sollecito riscontro
Teresa Prudente