Tutti presi dalla preparazione dei nostri incontri al Salone del Libro e del prossimo numero della rivista, ci eravamo persi un gran bell’articolo di Tim Parks apparso sulla “Domenica” del Sole 24 Ore del 13/4/14. Può capitare che il traduttore introduca inconsapevolmente piccole correzioni assenti nel testo di partenza, in particolare quando l’autore va contro quello che ci aspetteremmo da lui? Tim Parks sostiene di sì, proponendo alcuni interessanti esempi tratti da Donne innamorate di Lawrence (purtroppo Parks non fa il nome del traduttore) e da La signora Dalloway nella versione di Nadia Fusini. Un semplice “ma” può introdurre o esplicitare un’idea di opposizione assente nell’originale. Non cedere al desiderio istintivo di cambiare un testo significa capirlo meglio, conclude Parks. Anche se non è facile.