Siamo perplessi dopo aver letto l’intervento di Tiziano Scarpa su Il primo amore, che se la prende con le redazioni che nobilitano il lessico e rifuggono dalla volgarità. Non ci sembra che la lingua letteraria italiana soffra di eccessivo perbenismo. Semmai il contrario, è il registro alto a soffrire…
(Controprova che ci è capitata sotto gli occhi: la parola con la s citata da Scarpa è tranquillamente impiegata da Bruno Arpaia nella traduzione di Anni lenti di Fernando Aramburu per Guanda, un libro che non indulge certo al turpiloquio.)