Anche quest’anno la rivista Tradurre è stata presente al Salone del Libro, ma con una nuova veste. Come avranno notato gli appassionati del Salone e della traduzione, Tradurre si è fatta promotrice di una serie di incontri dedicati alla traduzione e ai suoi protagonisti che si sono svolti nelle sere di venerdì, sabato e domenica nello Spazio Incontri. Per chi non ha avuto modo di essere presente, ecco un assaggio. Sperando che condividiate il nostro entusiasmo, vi invitiamo a mandarci opinioni e suggerimenti per il prossimo anno!
Venerdì 17 maggio: Yasmina Melaouah traduce Daniel Pennac.
Introdotta da Mario Marchetti, Yasmina Melaouah ha proposto una pagina tratta da Storia di un corpo di Daniel Pennac. Una pagina particolare, cioè la lettera che accompagna un’eredità, scritta da un padre apparentemente burbero alla figlia. Questo ha dato lo spunto per riflettere su tanti problemi, dal linguaggio un po’ burocratico del notaio alla difficoltà di adattare il linguaggio familiare a un personaggio anziano e severo. Abbiamo apprezzato anche la progressione delle differenti stesure. Le soluzioni migliori non si trovano sempre subito, anzi, spesso entrano poco per volta, rileggendo e perfezionando la propria traduzione. Un altro punto importante (e forse caratteristico di Pennac) è il ritmo. In alcuni casi, si tratta di aggiungere o togliere qualcosa alla frase per ottenere un certo ritmo, magari scoprendo solo in seguito di avere creato versi con lo stesso numero di sillabe. Come dire, anche quando ci si allontana dalle parole del testo, ci si può avvicinare all’effetto che percepisce il lettore in lingua originale.
Sabato 18 maggio: Hado Lyria traduce Manuel Vázquez Montalbán.
Grazie a Hado Lyria, abbiamo avuto la possibilità di immergerci nella Barcellona di Pepe Carvalho e nella storia di La bella di Buenos Aires. Non solo: abbiamo avuto il privilegio di essere guidati dalla traduttrice ufficiale di Montalbán, nata a Barcellona nonché sua amica di lunga data. Se è vero che conoscere i personaggi della serie Carvalho aiuta a tradurre, è altrettanto importante cogliere i riferimenti culturali. Ora i lettori italiani conoscono meglio la Spagna, ma una volta era molto più difficile spiegare la cucina locale oppure la differenza tra catalano e spagnolo. Si ricorreva di più alle note del traduttore, oggi quasi scomparse: le vie ormai si cercano su Google Maps… Dalla pagina di Montalbán si respira il fascino e la malinconia di una città che si trasforma e di un mondo che si trasforma a sua volta. E la traduzione rappresenta un’ulteriore trasformazione.
Domenica 19 maggio: Rossella Bernascone traduce Il diario di una schiappa di Jeff Kinney.
A introdurre l’ultimo incontro della serie è stata Susanna Basso, che è riuscita con poche ed efficaci parole a far emozionare tutti noi che la stavamo ascoltando quando ha presentato la collega e soprattutto amica da sempre Rossella Bernascone. Amiche fin da bambine, condividono da sempre la passione per questo difficile mestiere e domenica sera Rossella ne ha dato una dimostrazione più che vivida…traducendo “in diretta”.
Qualche minuto di introduzione al suo lavoro, scorso e futuro, e una volta distribuite le fotocopie di alcune pagine del nuovo libro di Jeff Kinney, il seguito del fortunatissimo Diario di una schiappa (2008, Il Castoro), Rossella Bernascone ha preso in mano la situazione, o meglio, computer e cellulare, e ha iniziato a tradurre. Inutile dire quanto sia stato affascinante assistere al lavoro di una grande e affermata traduttrice mentre rifletteva ad alta voce su quale fosse la parola migliore da usare e chiedeva al pubblico eventuali suggerimenti. Non solo abbiamo assistito alla nascita di un capolavoro, ma anche all’aspetto forse meno conosciuto di questo mestiere: la costante incertezza e ricerca della “parola giusta”. Sì, è stato piacevole vedere come anche i grandi traduttori si facciano le stesse domande di tutti noi, riflettano sugli stessi problemi ed esitino davanti agli stessi dubbi.
Incoraggiante, e sicuramente istruttivo. Un grazie a Rossella Bernascone per questa finestra sul suo mondo e, in attesa del prossimo incontro, aspettiamo di vedere se i nostri umili suggerimenti avranno contribuito anche in minima parte al prossimo successo di Jeff Kinney!