AGGIORNAMENTO: Alfonso Berardinelli, in un lungo intervento sul Fogliodel 28/6/14, ha espresso con parole lusinghiere il suo apprezzamento per la traduzione di Vittorio Sermonti. “Ovidio è entrato in Vittorio Sermonti, si è impadronito di lui e ne è stato ricambiato.”
Facciamo nostre le sagge parole con cui Vittorio Sermonti ha voluto introdurre la sua traduzione delle Metamorfosi di Ovidio, pubblicata da Rizzoli. Il discorso vale per tutte le opere che, a torto o a ragione, ci incutono timore.
“Guardiamoci negli occhi, amico mio: il problema non è perché mai io abbia tradotto le Metamorfosi di Ovidio, e le abbia tradotte proprio così. Ma il problema vero francamente mi sembra un altro: perché mai tu dovresti leggerle, queste Metamorfosi di Ovidio? Potrei dire: leggitele, e poi mi rispondi! Ma se tu mi chiedessi – richiesta più che ragionevole, data anche la stazza del volume – chi te lo fa fare, suggerirti una risposta su due piedi non sarebbe la cosa più semplice del mondo. […]
Coraggio, amico mio, chiunque tu sia, qualunque età ti succeda di avere! Prova! e se cominci, c’è anche caso che il compito obsoleto della lettura si trasformi, annaspando in questo assurdo capolavoro, in un vizio ostinato e sottile per il te sconosciuto che sei.”