Alla Casa delle Traduzioni martedì 17 marzo ore 17,30-19
Francesco Sielo
Montale traduttore al vaglio di Benjamin
Conoscitore nient’affatto approfondito della lingua da cui traduceva, costretto a quello che definiva un «mestiere vile» da pure ragioni economiche, Montale traduttore, specificamente dall’inglese, rivela una straordinaria sensibilità linguistica verso alcuni dei testi che traduce, tanto da poter legittimamente essere sottoposto al confronto con quella figura di traduttore ideale delineata da Walter Benjamin nel suo Il compito del traduttore.
Insospettabili affinità legano l’ardita teoria critica e la forzata e sgradita pratica del «traduttore mal pagato», segno sicuro di un interesse non casuale del poeta verso la traduzione, quando sia vista anche come attività critica, come ricerca di una tradizione letteraria fuori d’Italia in cui inserirsi e addirittura come campo di sperimentazione di quelle innovazioni stilistiche che caratterizzeranno la sua poesia dalleOccasioni in poi. L’attività del traduttore non può infatti, nelle teorie di Benjamin, essere separata da quella di critico e da quella del poeta, inteso come creatore del linguaggio. Le traduzioni non commissionate ma liberamente scelte (Eliot, Dickinson, Hopkins, Yeats, Joyce, Pound, Melville tra gli altri), delineano allora una «certa idea di poesia» che Montale ritiene di fondamentale importanza, non solo estetica ma culturale. Da lucido osservatore della realtà contemporanea, Montale vede nel mondo anglofono e nei suoi poeti lo specchio privilegiato per comprendere il proprio personale destino e il destino della cultura d’occidente.
Francesco Sielo si laurea in Filologia moderna nel 2010 presso l’Università Federico II di Napoli, relatore il Professor Antonio Saccone, con una tesi dal titolo Il poeta e la prosa: Apocalisse e salvezza nelle raccolte narrative di Montale. Successivamente iscritto al corso di dottorato in Letteratura e cultura europea presso il SUM – Istituto Italiano di Scienze Umane (Scuola Normale Superiore), sotto la supervisione della Professoressa Nadia Fusini, è attualmente impegnato nella stesura della sua tesi, intitolata Montale e l’Inghilterra come modernità. Pubblica diversi articoli su riviste come «Critica letteraria», «Oblio», «Quaderns de Cine» (Università di Alicante) e partecipa come relatore a convegni italiani e internazionali, tra cui la conferenza «Prisons of Stone, Word, and Flesh: Medieval and Early Modern Captivity» presso la Brown University di Providence. Durante il 2014 è PhD visiting student presso l’Università di Cambridge, sotto la supervisione del Professor Robert Gordon.