Grazie a Sotto il vulcano, il blog delle edizioni SUR, segnaliamo l’articolo originale di Scott Esposito apparso su Literary Hub (qui invece la traduzione in italiano di Sara Reggiani) in cui si intervistano sei traduttori di David Foster Wallace. Nell’arco di vent’anni, infatti, Infinite Jest è stato tradotto in sole cinque lingue (italiano, spagnolo, portoghese, tedesco, francese; una sesta traduzione, in greco, è attualmente in corso). Per l’Italia, ne parla Giovanna Granato (Il re pallido e Oblio). Come ricorderete, sul destino italiano delle opere di Foster Wallace ha scritto Norman Gobetti sul n. 4 di «tradurre».