Alla Casa delle Traduzioni giovedì 15 gennaio ore 13-17
Donata Feroldi
La scrittura di Zola tra naturalismo e impressionismo
Laboratorio di traduzione dal francese
Iscrizione obbligatoria entro il 7 gennaio a casadelletraduzioni@bibliotechediroma.it. Riservato ai possessori Bibliocard.
Se, come sostiene Meschonnic, il ritmo è l’“organizzazione del movimento del discorso da parte di un soggetto” e se, come afferma Duras, gli “errori musicali” (ossia legati alla microfisica del testo) sono i più gravi, come affrontare la traduzione di un autore che trasferisce le tecniche pittoriche dell’impressionismo all’ambito della scrittura narrativa? Quando ci si trova di fronte a un testo, come riconoscere le strategie compositive che hanno presieduto alla sua stesura e, di conseguenza, dettano le regole della sua restituzione in un altro idioma? Émile Zola opera una prima traduzione dalla pittura alla letteratura: uno slittamento di mezzi e di approccio estetico – costruttivo dalla tela alla pagina. Nella necessità di dipingere l’ambiente galante, sfavillante – e corrotto – del Secondo Impero, si affida alle modalità adottate dai suoi amici impressionisti per esplorare il meccanismo della visione, trovando il loro corrispettivo in un particolare uso della punteggiatura, nella torsione della sintassi e in una precisa scelta e modalità di accostamenti lessicali, in una lingua che cromaticamente evoca più che disegnare, grazie al colorismo vocalico e consonantico. Il traduttore – nella consapevolezza della strategia autoriale – è chiamato a trovarne il corrispettivo nel proprio idioma, secondo le risorse letterarie di cui dispone. Il seminario – prendendo in considerazione le pagine iniziali di Nanà e de L’Argent – si propone di mostrare come le nozioni di “ritmo” e di “intertestualità”, non limitate al semplice terreno della scrittura, ma ampliate ad altri ambiti estetici (in questo caso, la pittura), possano guidare le scelte traduttive, aiutando a dirimere i dubbi e le difficoltà che si presentano nel corso del lavoro, correggendo le storture che potrebbero derivare da un’interpretazione troppo letterale del naturalismo zoliano.
Donata Feroldi, studiosa di letteratura comparata, traduttrice e lessicografa, ha tradotto e curato, tra gli altri, testi di M. Porete, T. Gautier, P. Morand, P. Drieu La Rochelle, M. Duras, G. Debord e Y. Bonnefoy. Si è occupata a lungo di Victor Hugo: sue le traduzioni de L’Uomo che ride (Mondadori 1999), Notre-Dame de Paris (Feltrinelli 2002),L’ultimo giorno di un condannato (Feltrinelli 2012) e il saggio La chiave della Porta rossa. Leggere Victor Hugo(peQuod 2008). Ha collaborato con le riviste “Arsenal littératures”, “il Gallo silvestre”, “Testo a Fronte”, “Poesia” e “Informazione filosofica”. Suoi contributi teorici sulla traduzione sono presenti nei volumi collettanei Stare tra le lingue (Manni 2003) e Scrivere sul fronte occidentale (Feltrinelli 2002). Ha curato l’edizione italiana della monografia sul Teatro Corporeo di Y. Lebreton (Sorgenti, Titivillus 2012) ed è autrice del Dizionario Analogico della Lingua Italiana (Zanichelli 2011). Di Émile Zola ha curato la versione italiana di Nanà (Feltrinelli 2014), della Bestia umana (di prossima uscita nei Meridiani Mondadori) e di L’Argent (di prossima uscita negli Oscar Classici Mondadori).